Esistono grandi personaggi della storia, persone degne di essere ricordate nei secoli, che hanno raggiunto la propria grandezza dopo essersi privati di qualsiasi bene materiale.

E poi ci siamo noi, che non riusciamo a rinunciare a controllare ogni minuto le notifiche sullo Smartphone.

Se pensi che questo sia un articolo che demonizza i social e la tecnologia sei fuori strada, perché io sono completamente innamorato di questo mondo, ma da qualche tempo ho il presentimento che qualcosa mi stia (e ci stia) sfuggendo di mano.

Ho trovato molti articoli (informandomi sulla sindrome del burnout) che parlano di Fomo e Stress da Notifica, e ho cercato di sintetizzare tutte le informazioni utili e qualche mio pensiero a riguardo.

Cos’è la Fomo?

Fomo è una sigla che sta per “Fear Of Missing Out”, che tradotta letteralmente vuol dire “paura di perdersi qualcosa”. Dico letteralmente perché il significato di questa sigla sta virando verso un altro aspetto che riguarda tutto l’ambito del mondo digitale. Se negli anni scorsi si parlava di Fomo come un fenomeno riguardante più la sfera “reale”, negli ultimi tempi l’accostamento ai social è sempre più forte.

Per fartela breve:

ti svegli mai in piena notte non riuscendo a prendere sonno e scrolli il feed di Instagram o di Facebook? Quante volte al giorno controlli le notifiche sui social?

Se la risposta alla prima domanda è “Si” e se la risposta alla seconda domanda è “ogni 5 minuti”, questo articolo ti interesserà molto.

Se la risposta è no? Ti invidio molto!

I Social sono connessi al nostro benessere psicofisico?

La risposta è si. E non c’è bisogno di urlare allo scandalo o di dare del demonio alle varie piattaforme che usiamo ogni giorno. Ma è il caso di riflettere e capire.

Sono cambiate le relazioni, di qualsiasi natura, tra gli essere umani. Mantenere una relazione con qualcuno può voler dire prendere in considerazione una serie di fattori in più rispetto al passato.

Ti faccio un piccolo esempio:

se hai più o meno trent’anni, c’è stato un periodo della tua vita in cui l’unico modo per comunicare con i cellulari erano telefonate ed sms. Questo voleva poter dire che, almeno fuori casa, la tua disponibilità di interazione con altre persone era ridotta a questi due mezzi.

Ben diversa la situazione attuale dove, avere una relazione con una persona, significa (nella maggior parte dei casi), mettere a disposizione una parte del tempo della tua giornata per chattare o interagire sui social.

Tutto questo perché?

Anche solo per “mantenere” una relazione e non essere tagliato fuori dalle dinamiche di una persona o perché no di una comitiva, il che altro non è che la definizione di Fomo.

Vari studi hanno dimostrano come lo stress determinato da questo fenomeno, tenda a colpire persone più adulte che ancora non hanno metabolizzato bene questo fenomeno. Situazione diversa per i millenials che sono già nati con questo tipo di abitudini.

Come si “risolve” la Fomo?

Lungi dal proporre cure e rimedi, ho avuto modo di riflettere su questo fenomeno e ammetto che mi ci rispecchio a pieno in quanto:

  • vivo perennemente controllando le notifiche sui vari social (non solo per lavoro);
  • ho molta ansia di perdere gli ultimi trend;
  • devo dare (soprattutto per lavoro) molta disponibilità e reperibilità;

La mia conclusione è che non c’è una conclusione. Le cose ormai vanno così e l’unico modo per uscire da tutto questo è andare a fare l’eremita.

Oppure..

Oppure trarre il meglio dall’esperienza di utilizzare le piattaforme e usufruirne per migliorare la propria vita.

Basta che a fine giornata ti poni una semplice domanda:

oggi ho scoperto, visto o imparato qualcosa di interessante e nuovo che non conoscevo sui social?

Se la risposta è si, non hai perso tempo, anche se questo di sicuro non giustifica il fatto che tu abbia controllato le notifiche ogni cinque minuti.

Su questo bisogna lavorarci in maniera personale e decidere quanto tempo passare o meno sui social, quello stesso tempo che è tuo e di nessun altro.

Al primo giorno del mio master alla Ilas di Napoli, uno dei miei docenti (Ciao Josè!) ci disse:

“io lavoro non per guadagnare soldi, ma per guadagnare il mio tempo, per fare le mie cose”

Ho capito che questo non può accadere nell’immediato e che questo è il primo macro-obiettivo da raggiungere nella vita di un freelance nel mondo del marketing digitale, ma questa è un’altra storia.

L’equilibrio universale o una verità assoluta su queste questioni non esiste, ma immagino sia come smettere di fumare:

basta volerlo!

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